domenica 14 dicembre 2014

Distribuito testo modifiche statutarie. Tra esse anche la cancellazione dall'anagrafe degli iscritti e dagli organismi degli eletti e dei membri organismi esecutivi istituzionali, non in regola con i versamenti al PD. L'Assemblea approva all'unanimità

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E ora parla Andrea Romano! Ex scelta civica, mai iscritto al PD. Dalla sala si alzano le urla di un delegato che rivendica il proprio diritto di parlare, vista la moltitudine degli iscritti, prima di coloro che non fanno nemmeno parte del nostro partito

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Siena Possibile attendeva la fine del discorso di Renzi per iscriversi a parlare, quando il Presidente Orfini annuncia già 50 interventi! Ah si? E quando bisognava iscriversi?

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Renzi: "Questo è un partito che non va avanti a colpi di maggioranza, ma nemmeno starà fermo nella palude per i diktat della minoranza"

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Renzi: "Con gli 80 euro abbiamo restituito soldi al ceto medio e nessun accordo sindacale ha fatto mai questo"

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sabato 13 dicembre 2014

Civati: "Vi richiamo alla ricostruzione di una grande sinistra, ma senza etichette"

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Civati: "Sotto la camicia bianca non c'era nulla: nel semestre europeo italiano non è successo nulla"

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Civati: "Noi facciamo invece che i matrimoni egualitari le civil partnership. Perché diamo i diritti parziali altrimenti Giovanardi si arrabbia. Ma Giovanardi è dentro di noi"

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Civati: "Questa legislatura delle alleanze improbabili, senza un programma, deve finire prima possibile"

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Civati: "Ci hanno chiamato traditori perché votando la costituzione ci siamo sentiti di rappresentare la Nazione e non il proprio capocorrente"

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martedì 9 dicembre 2014

PRIMARIE REGIONE TOSCANA Le primarie per la selezione del candidato alla Presidenza della Regione Toscana sono una buona cosa semplicemente perché rappresentano l'unica vera occasione possibile per un ampio confronto sul futuro della nostra Regione che coinvolga militanti del PD e cittadini toscani. Ed è lo statuto del PD a dirlo. Tutto qui. Per questo aggrovigliarsi nelle liti sulle regole non serve davvero a nulla. Le regole sono chiare e fissate dallo Statuto per quanto riguarda il numero di firme da raccogliere, e poi sono invece discrezionali per quanto riguarda i giorni di raccolta. Se il segretario Parrini avrà davvero la volontà di dare la possibilità di svolgerle fisserà un periodo congruo, se invece intende solo fare finta di volerle confermerà l'annuncio di concedere solo 10 gg, rendendo impossibile la raccolta e dunque di fatto negandole. E siccome ha i numeri in Assemblea per compiere entrambe le scelte il dibattito finisce qui. Poi certo la scelta di negarle avrà la conseguenza di rendere vuote le parole di Enrico Rossi quando affermò di 'essere pronto a fare le primarie' e al contrario rumoroso ed eloquente il silenzio del Presidente in questi ultimi giorni. E anche stupefacente il timore, per un politico con alle spalle 15 anni di esperienza in Regione, di confrontarsi apertamente sui temi programmatici. Perché noi vogliamo solo questo: un dibattito ampio e partecipato sul programma per la prossima legislatura regionale. Vogliamo parlare di sanità, di gestione del territorio, di servizi pubblici, del ruolo dei Sindaci e dei Comuni, di come valorizzare i talenti e le eccellenze della nostra Regione. Vogliamo parlare di ciò che ha funzionato e ciò che invece è andato male. Niente di più normale. E oggi l'unico modo possibile per farlo sono le primarie. Da mesi chiediamo la convocazione di un'Assemblea per discutere dei temi ma, nonostante la disponibilità del Presidente Regionale PD, non è stata mai concessa. E adesso non crediamo che il 13 dicembre in mezza giornata, in quattro balletti, anzi in quattro tavoli in fila, il PD pretenda di poter considerare esaurita la pratica del confronto programmatico. Se così sarà non verrà fatto un torto a una parte del PD, ma ai cittadini della regione Toscana, e noi non saremo comunque tra quelli che fanno torto ai propri cittadini

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mercoledì 5 novembre 2014

SU BANCA E FONDAZIONE MPS Ci auguriamo che la grave crisi che sta attraversando la Banca Monte dei Paschi di Siena, messa in luce anche dai risultati dello stress test, possa essere superata attraverso l’impegno a trovare al più presto soluzioni che salvaguardino i lavoratori della Banca ed evitando ricadute occupazionali negative in una fase di drammatica recessione economica come quella che colpisce il Paese. Riteniamo altresì di dover ribadire che il patrimonio dei senesi, quello di cui le istituzioni hanno il dovere di prendersi cura con prudenza e diligenza, è quello gestito dalla Fondazione, la quale in nessun modo dovrà metterlo a repentaglio (non dobbiamo mai dimenticare che la sua missione statutaria qualificante è quella di promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio della Provincia di Siena) e il cui compito è di diversificare gli investimenti in maniera da salvaguardare il patrimonio stesso, invece che concentrare tutte le sue risorse in un’ennesima partecipazione ad aumenti di capitale. A meno che non ci si voglia cimentare in un “rischiatutto”, o meglio in una sorta di “lascia o raddoppia”, che però dovrebbe vedere i cittadini senesi consapevoli dell’azzardo e pronunciarsi, più o meno direttamente, in favore del suo compimento, magari attraverso le assemblee degli organismi istituzionali. Riteniamo quindi fondamentale che la Fondazione chiarisca che non intende, in alcun modo, ripetere il tragico errore del passato, e cioè concentrare il portafoglio che amministra su mandato della comunità in un’unica direzione, e che dunque la decisione se partecipare o meno all’aumento di capitale tenga come punto fermo la possibilità di diversificare comunque gli investimenti evitando di esaurirli tutti, o comunque una parte di essi alla fine determinante, in tale operazione. Auspichiamo che anche i rappresentanti degli enti pubblici nella deputazione, pur nel profondo rispetto della loro autonomia di mandato che ovviamente non potrebbe essere messa in discussione nemmeno da pronunciamenti collettivi, richiedano a gran voce un tale chiarimento, a tutela degli interessi dei cittadini della Provincia di Siena di cui sono rappresentanti per tramite delle loro istituzioni.

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giovedì 25 settembre 2014

Riforme importanti come quella sul mercato di lavoro si fanno dopo un confronto ampio, libero, partecipato, aperto a tutti i cittadini. E invece è proprio quello che sta mancando. Ma se non lo fanno gli altri lo facciamo noi! Ritroviamoci, per discutere di lavoro e di riforme Sabato 27 settembre alle ore 17.30, presso la sede del Circolo PD di via Roma a Chianciano Terme

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Cambio di sede riunione sulla riforma del lavoro Sabato 27 settembre alle ore 17.30, presso il Circolo PD di via Roma a Chianciano Terme

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Riforme importanti come quella sul mercato di lavoro si fanno dopo un confronto ampio, libero, partecipato, aperto a tutti i cittadini. E invece è proprio quello che sta mancando. Ma se non lo fanno gli altri lo facciamo noi! Ritroviamoci, per discutere di lavoro e di riforme Sabato 27 settembre alle ore 17.30, presso la Casa del Popolo di Bettolle, nel Comune di Sinalunga

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domenica 10 agosto 2014

COMUNICATO DEL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA REGIONALE SULLA QUESTIONE DELLA FECONDAZIONE ETEROLOGA Via libera subito alla fecondazione eterologa? E invece il Governo Renzi dice NO, scegliendo di non emanare il decreto legge urgente, annunciato dalla Ministra Lorenzin nei giorni scorsi. Da quando ho appreso questa notizia, ho una domanda che mi occupa la mente, una domanda che vorrei rivolgere a tutti, cittadini e classe dirigente del Partito che rappresento e che ha preso impegni da sempre sui diritti civili e temi connessi, dall’obiezione di coscienza, ai matrimoni gay, fino appunto alla fecondazione eterologa. Secondo voi, aveva o non aveva carattere di urgenza, e quindi necessità di un decreto legge, un provvedimento che andasse a riempire il bisticcio normativo che si è formato in seguito alla sentenza della Corte Costituzione del 9 aprile u.s. sulla Legge 40, e che ha cancellato il divieto per le coppie assolutamente sterili di fecondazione ricorrendo a donatori esterni? Secondo voi, si legittima così o no uno sgambetto alla democrazia e all’uguaglianza costituzionale tra cittadini, tra i facoltosi che potranno continuare ricorrere a cliniche all’estero (circa 2.700 casi all’anno) e i meno abbienti che non potranno far altro che spegnere il motore dell’auto che già era pronta per la corsa in ospedale? E cosa potrebbe succedere in quelle Regioni, come la nostra Toscana in cui abbiamo una delibera che chiarisce le metodiche tecniche, se domani una coppia con tutti i requisiti si presentasse in una struttura e chiedesse di essere sottoposta a fecondazione eterologa? Il Governo ammonisce e specifica che i centri, pubblici e privati che si muovessero in assenza di una legge, si esporrebbero a contenziosi e problemi giuridici e ricorda che qualsiasi atto amministrativo, delibera regionale e linea guida può essere impugnato al TAR, dando vita a lunghi contenziosi. E non pensate che tutto questo non faccia altro che sommare ulteriori e svilenti pasticci ai problemi di persone che già vivono una sofferenza enorme, quella di non riuscire a diventare genitori, pur avendone diritto già dal 9 aprile scorso? Ma serve, si dice, un dibattito parlamentare, per gli evidenti profili etici della materia. Personalmente temo che questo finirà per far prendere (o perdere) tempo, perché, sia ben chiaro che non si può più mettere in discussione la possibilità di vietare l’eterologa, da quando sono stati dichiarati illegittimi i punti più ideologici della Legge 40. Che qualcuno se ne faccia una ragione una volta per tutte. Con il decreto avremmo l’eterologa subito, con regole uniformi a livello nazionale per tutelare coppie e nascituri. E invece, con lo stop deciso in consiglio dei ministri, su proposta del premier Renzi, nonostante l'urgenza di tipo sanitario e le forti pressioni esterne su cui ha relazionato la Ministra Lorenzin, si è scelto all’unanimità di rinunciare a quel subito e prendere tempo. La stessa Ministra dichiara – sue parole rilasciate alla stampa - che sui tempi, «se c'è la volontà di andare fino in fondo e si attengono agli elementi già previsti dal mio decreto possono volerci pochi mesi. Altrimenti si sta fermi e si aspetta», «Del resto questa materia in Italia è stata dibattuta anni. Un pò di attesa in più non cambia le cose». Ed è proprio in quel “se c’è la volontà” il limite, la debolezza e la pericolosità di una posizione che finisco per non condividere affatto e a cui sono convinta serva trovare il coraggio di opporsi con forza e determinazione. “Un po’ di attesa” le cose le cambia eccome, specie se pensiamo a quello che come nuovi rappresentanti di questo Partito e soprattutto di questo Paese, abbiamo preso l’impegno di fare: ridurre la distanza tra cittadini e politica, fare, fare bene e fare presto perché purtroppo i tanti che ci hanno preceduto non hanno avuto il coraggio di affrontare temi come questo, per timore e vantaggio elettorale. Io credo nel cambiamento, nel rinnovamento, in una classe dirigente libera e coraggiosa, che si rapporta con i cittadini e non con gli elettori, che supera il compromesso di opportunità elettorale e sceglie con determinazione che anche su questi temi, dove non si può più dare tempo al tempo. Il dibattito parlamentare potrà, anzi dovrà, essere comunque aperto per migliorare successivamente il decreto, ma ora alla signora Maria e a suo marito Gino, come direbbe il nostro Presidente del Consiglio e Segretario in uno dei suoi esempi sempre vivi e calzanti, serve quel decreto, e se Renzi e il Governo ci ripensassero e si riunissero di nuovo, potremmo averlo anche oggi. Perché domani non è mai stato così tardi. Francesca Bianchi Presidente Assemblea PD Toscana

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sabato 2 agosto 2014

Breve resconto della Direzione Regionale di ieri 1 agosto. Toscana per Civati è riuscita a portare al centro del dibattito, anche se non era all'ordine del giorno, il tema della legge elettorale toscana. Abbiamo presentato un nostro documento dove si diceva no ai listini bloccati, no alle candidature multiple, sì alle primarie e soglie più adeguate di accesso. Si è scatenato un dibattito molto accesso, con prese di posizione molto forti (e in certe casi urlate ammettiamolo) da parte dei renziani. Alla fine il nostro documento ovviamente è stato bocciato, ma ha ricevuto il voto favorevole dei nostri sette presenti, più di altri due, tra cui la Lastri. Tutta l'altra parte non renziana ha invece bocciato il documento e dunque, nonostate le dichiarazioni di contrarietà sulla legge elettorale sentite in questi giorni, alla fine si è allineata. Sull'altro punto all'odg, un doc sul decreto Delrio che esaltava il modello del "partito dei sindaci", abbiamo chiesto un rinvio per una maggiore elaborazione, ci è stato negato, e ci siamo allora astenuti. Abbiamo invece votato il bilancio consuntivo. Dopo questa Direzione non possiamo che continuare la nostra battaglia contro i listini, contro le candidature multiple e a favore delle primarie nonostante l'introduzione delle preferenze. Una battaglia che deve vedere tutti partecipi perché non possiamo accettare che anche in Toscana, in nome dell'accordo con Berlusconi, si faccia una brutta legge elettorale!

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sabato 31 maggio 2014

Una sintesi del nodo del contendere... Il documento presentato da Parrini in Direzione Regionale riguardava di fatto (piuttosto tecnico ma la sostanza è quella che andremo a descrivere) il sostegno all'ampliamento dell'aeroporto fiorentino di Peretola e la privatizzazione degli aeroporti di Firenze e Pisa. L'area Civati è stata da sempre contraria all'ampliamento sia per motivi di sostenibilità ambientale (2400 o 2000 metri di ampliamento poco cambia) sia per una questione di strategia complessiva che appare poco coerente vista la vicinanza di un altro aeroporto su cui puntare come quello di Pisa. Oltretutto c'è un serio problema di presenza del privato senza la certezza che poi gli investimenti non vadano a ricadere sul pubblico. Insomma questione complessa, molto più di quanto appena descritto, ma nella sostanza questo era. Noi abbiamo votato contro

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79 avorevoli, 23 contrari, 3 astenuti. Siena per Civati CONTRARIA

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Tanti gli interventi in Direzione Regionale contrari al documento presentato dalla Segreteria sugli aeroporti toscani. Scommettiamo che non si tradurranno tutti in voti contrari?

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Direzione Regionale Si discute di sistema aeroportuale toscano e in particolare dell'ampliamento di Peretola

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martedì 18 marzo 2014

ITALICUM IN DIREZIONE REGIONALE "Si tratta di un risultato molto positivo reso possibile dalla forte inziaitiva assunta dal Partito Democratico e dal suo segretariio Matteo Renzi" "Nel proseguio dei percorso parlamentare sono auspicabili miglioramenti, che andranno perseguiti con determinazione, sempre avendo presente la necessità che eventuali modifiche abbiano il consenso di tutti i contraenti dell'intesa" "Di grande signifcato è in generale la risposta data con l'italicum a tutte le eccezioni sollevate dalla Consulta" Come si poteva votare un documento così?

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Nella Direzione Regionale di ieri 17 marzo, la decisione da parte della segreteria Parrini di chiamare i territori ad esprimere il proprio consenso sull'italicum approvando un documento dai toni molto favorevoli alla legge, non ha raccolto il voto positivo di 21 membri. Sia nel documento che nell'intervento di Parrini non si è infatti palesata alcuna volontà di rappresentare le varie sensibilità sull'argomento caratterizzanti le aree del partito. Bensì solo di chiedere un voto di maggioranza. Il nostro gruppo, fortemente contrario alla parte sulla legge elettorale nazionale, ha deciso di distinguersi dal resto della direzione astenendosi. Una scelta compiuta anche per non cadere nella solita trappola. Purtroppo infatti non si è evitato anche in questa occasione di mischiare nello stesso documento temi tra loro diversi, e in quanto tali, oggetto potenzialmente di giudizi diversi, come la legge elettorale nazionale e regionale. Il tentativo era palesemente quello di indurre ad un voto negativo anche sulla riforma elettorale regionale da usare poi strumentalmente. Il nostro gruppo ha chiesto il voto disgiunto sulle due parti, non ottenendolo. L'astensione è parso il giusto modo per marcare la nostra differenza, per ribadire la nostra contrarietà all'italicum espressa per tutti noi nell'intervento di Laura Rimi, evitando però di essere strumentalizzati

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domenica 23 febbraio 2014

Civati: "Sul voto di fiducia mettetevi nei miei panni... Io posso anche smettere, visto che mi pesa moltissimo, e se uno ci crede non è disposto a fare tutto. Mi chiedete con forza di restare nel PD. Ma se non la votiamo, tutti ci considererebbero fuori dal partito"

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Civati: "sul voto di fiducia mettetemi nei miei panni. Io posso anche smettere perché quando uno ci crede non è disposto a fare tutto. Ma se vogliamo rimanere nel PD, bisogna prendere atto che tutti ci considererebbero fuori se non la votiamo"

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Civati: "io vi voglio proporre di rimanere nel Partito Democratico, per ricostruire il centrosinistra"

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Civati: "dobbiamo cominciare a pensare cosa ci sarà dopo il governo Renzi..."

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Civati: "Si parla di scissione, ma qui la scissione l'hanno fatta loro a destra, con Berlusconi garante del governo"

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Civati: "se c'è Bonaparte (Renzi) c'è poi buona parte del PD che siamo noi"

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Civati: "Ogni volta che Renzi parla di riforme, muore un costituzionalista!"

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Siena per Civati ha i crampi allo stomaco per la fame e alle dita per digitare... piccola pausa per non svenire e mangiare

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Siena per Civati arriva a Bologna speranzosa

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venerdì 14 febbraio 2014

il GOVERNO RENZI UN GRAVE ERRORE PER IL PD E PER IL PAESE La decisione assunta dalla Direzione Nazionale di far nascere un nuovo Governo guidato dal Segretario Matteo Renzi è una scelta sbagliata e pericolosa per il nostro Partito Democratico, nonché inutile per il Paese, oltre che - come sempre accade, e come ci si era proposti non accadesse più - presa nella totale noncuranza della volontà di iscritti ed elettori del PD. Una decisione, si ricordi, assunta a larga maggioranza, anche dalla cosiddetta "minoranza interna" che fa riferimento a Gianni Cuperlo, non in solitudine dalla maggioranza renziana. Stupisce infatti come una delle poche voci, tanto chiara a differenza delle altre, quanto isolata, che si è alzata ad esprimere la propria contrarietà, sia stata quella di Giuseppe Civati e di coloro, attraverso il loro voto, che lo sostennero al congresso, presenti oggi in Direzione. Una quasi unanimità di scelta quella del gruppo dirigente (136 favorevoli, 16 contrari, 2 astenuti), che cozza non solo con la complessità della decisione che in quanto tale avrebbe dovuto provocare varietà di visioni, ma soprattutto con il sentire comune degli elettori del Partito Democratico. L'errore politico che si sta compiendo sta intanto nell'assoluta incoerenza del messaggio politico che lanciamo ai cittadini. Una sorta di teatro dell'assurdo nel quale chi fino a qualche ora fa giurava "mai più larghe intese", chi dichiarava l'accordo con il centrodestra uno "stato di necessità" e condannava, a ragione, la prassi di assumere il ruolo di Presidente del Consiglio senza passare per elezioni, si propone oggi per la guida di un governo con quelle stesse caratteristiche e trasformandolo in un esecutivo politico a tutti gli effetti; e chi dall'altra parte sosteneva a spada tratta il Governo Letta e usava toni da guerra civile contro Renzi, oggi decreta all'improvviso l'inadeguatezza e la conseguente fine del Governo e propone Renzi premier, senza spiegarci cosa c'è stato nel mezzo tra le due posizioni agli antipodi. E sta poi nella presunzione di pensare di avere i numeri per aprire una fase di Governo nuova e utile al Paese a parità di condizioni politiche e parlamentari in campo. Non si può contare sulle sole presunte capacità personali di Renzi come Presidente del Consiglio e sul suo pur incontestabile consenso elettorale, per fare la scommessa sulla pelle dei cittadini che ciò che non è riuscito fino ad oggi - non per incapacità di Letta e dei suoi ministri, ma proprio per il non funzionamento dello schema - possa riuscire domani a schema invariato. Molti di noi lo vanno ripetendo senza sosta fin dal momento in cui le elezioni del febbraio 2013 decretarono l'assenza di maggioranze parlamentari: occorre approvare subito una nuova legge elettorale e ridare la parola ai cittadini, e la moral suasion del Presidente della Repubblica dovrebbe esercitarsi in tal senso, non nel dichiarare "schiocchezze" l'ipotesi del ritorno al voto. Invece, in un sol colpo, senza comprendere bene il perché e contrariamente a quanto detto ai nostri elettori fino ad un attimo fa, quella che doveva essere un'esperienza di governo emergenzale di 18 mesi, si trasforma in una prospettiva di lunga durata insieme al centrodestra, di ben altri quattro anni, fino al 2018. E tutto nasce con una sorta di crisi indotta a livello "extra parlamentare" dentro una stanza di partito. L'accelerazione che il nostro Segretario Matteo Renzi ha impresso al dibattito politico, soprattutto in tema di legge elettorale, è da considerarsi fattore positivo (al di là del merito sul testo della legge). Come positiva era stata la sollecitazione ad aprire un dibattito all'interno del partito e del Parlamento sul tema del lavoro, con il jobsact, o su quello dei dritti civili. Il tutto compiuto nel contesto di una fase nuova e potenzialmente foriera di un ruolo rinnovato per il PD. Con un Segretario che può contare su un forte consenso elettorale da poter spendere, tutti uniti, alla fine di un percorso che in pochi mesi può condurci al voto. Per questo motivo la proposta di un Governo con il centrodestra e di legislatura guidato da Renzi è un grave errore, e ci auspichiamo che il nostro Segretario, in nome di quel principio democratico di cui può farsi portatore, decida di consultare gli iscritti, di riflettere ancora, di non condurci in un'avventura di governo sbagliata nei presupposti fondamentali. Firmato Fabio Di Meo, Filippo Lambardi, Paolo Giglioni, Emiliano Cencini, Marilena Periccioli, Valeria Agnelli, Leonardo Carta, Manuela Buccianti, Michela Contemori, Filippo Pacini, Fausto Bertoncini, Annalisa Tedeschi, Cesare Francini, Maurizio Grilli, Riccardo Guardabasso, Alessandra Fantozzi, Patrizia Sancasciani, Francesca Bianchi, Paolo Mazzini, Daniele Fusi, Laura Di Banella, Niccolò Minucci, Riccardo Pecciarini, Fiorenza Cipolli, Luca Vanni, Agnese Carletti, Simone Burgassi, Luciano Meloni, Elisa Catoni, Marco Macchietti, Cinzia Di Meo, Bianca Bartoli, Stefano Nardi, Andrea Francini, Sabrina Benenati, Manuel Menzocchi, Gabriele Giomi, Katia Fagioli

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